Sono passati cento anni da quando nella sala della Deputazione Provinciale, all’ombra dell’Allegoria della Valtellina di Giovanni Gavazzeni, un gruppo di intellettuali valtellinesi, capeggiati dall’illustre filologo Pio Rajna, diede vita alla Società storica valtellinese. In occasione di questa importante ricorrenza, il sodalizio sta preparando una serie di eventi e iniziative che all’anniversario vogliono attribuire un significato più ampio di riflessione sulla Storia e di promozione dei rapporti con soci, cittadini e territorio.
La Società storica valtellinese venne fondata nel 1921 da un gruppo di intellettuali valtellinesi, capeggiati dall’illustre filologo Pio Rajna. Nel corso dei cento anni della sua attività, alla guida del sodalizio si sono succeduti studiosi e personalità di rilievo sulla scena culturale provinciale e nazionale, da Enrico Besta a Albino Garzetti, solo per citare alcuni nomi. In modo particolare la Società Storica ha promosso la pubblicazione del “Bollettino” (ininterrotta dal 1953), tre collane editoriali, convegni in costante e proficua collaborazione con istituzioni, enti territoriali, fondazioni di pubblica utilità, associazioni culturali e di volontariato.
Per tenere fede alle proprie finalità statutarie, ovvero di “promuovere con ogni mezzo opportuno la ricerca e la diffusione della cultura” (art. 2), la Società storica ha stabilito di concepire la ricorrenza dei cento anni di vita e di attività del sodalizio non solo come occasione di celebrazione e di memoria, ma soprattutto come momento di apertura, rilancio, valorizzazione delle risorse, dei saperi e dei patrimoni. Il centenario prevede un programma agile che comprende un convegno nel 2021 e un’esposizione nel 2022, entrambi mirati a mettere in rilievo alcuni aspetti caratterizzanti la vita della Società, dalla connessione con il territorio perseguita rinnovata annualmente in occasione dell’assemblea dei soci (per tradizione “itinerante” in diversi centri della provincia); al ruolo della Società e dei suoi soci nella promozione e della valorizzazione del patrimonio culturale provinciale; infine alla promozione di un’idea di Storia nel senso più ampio e profondo di bagaglio etico e civile dei cittadini e delle comunità.
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